19.09.2023

Cosa fare se il coniuge non vuole concedere il divorzio

 

Partiamo da un concetto che potrebbe sembrare banale, ma  non lo è.

Si pensa comunemente  che sia possibile opporsi alla richiesta di divorzio avanzata dal coniuge.

Non è così.

Ci si puo’ opporre  alla richiesta di divorzio consensuale o congiunto ma non ci si  può opporre al divorzio giudiziale, quando si viene chiamati a comparire in Tribunale.

L’unico modo per “opporsi al divorzio” è quindi la riconciliazione effettiva e reale tra i due coniugi.

Dunque, nel caso di opposizione di un coniuge al divorzio, l’altro sarà  costretto ad adire le vie legali ed  è  bene specificare che se uno dei coniugi non si presenta al processo, perde la possibilità di far valere le proprie  ragioni davanti al giudice.

La nuova Riforma Cartabia (Decreto Legislativo 149/2022 che ha introdotto gli articoli  dal 473 bis al 473 bis 71 c.c.) , in vigore per separazioni e divorzi dal 1 marzo 2023, ha dato l’esordio al   rito unico.  

Analizziamo dunque, alla luce della riforma, quali i passi da compiere.

Nel caso in cui un coniuge si opponga al divorzio l’unica strada è quella giudiziale, come ho  già evidenziato.

Occorrerà nominare un avvocato di fiducia che guidi l’assistito.

Viene abolita l’udienza presidenziale e sarà necessario indicare i requisiti del ricorso.

 

Con la riforma la parte apicale del processo per separazione è quella della predisposizione del ricorso introduttivo che deve contenere gran parte delle difese.

 

Se, si è in presenza di figli minori e vi è la richiesta  di un contributo di  mantenimento,  sin dalla presentazione del  ricorso introduttivo deve essere prodotta, oltre alla dichiarazione dei redditi degli ultimi tre anni, anche la documentazione attestante la titolarità di diritti reali su beni immobili e mobili registrati, di quote sociali e gli estratti conto bancari e finanziari degli ultimi tre anni.

 

Altra importante allegazione da preparare in questa fase è quella relativa al piano genitoriale.

 

Infatti, il problema più  rilevante del periodo  post-separazione è  la difficoltà delle ex coppie di andare d’accordo su orari, luoghi, persone, modalità delle attività dei propri figli, e più in generale sulle scelte educative da condividere nell’interesse dei minori.

 

In troppi casi, proprio le decisioni quotidiane relative alla vita dei figli sono diventate il nuovo fronte di combattimento degli ex coniugi, in cui si proiettano anche in modo inconsapevole quelle divergenze di vedute e rancori non sopiti che prima campeggiavano all’interno del loro rapporto. 

 

Per evitare un danno per l’educazione dei figli, la Riforma Cartabia punta l’attenzione sulla responsabilità educativa della coppia, che prima di chiudere la propria relazione deve aver trovato una convergenza essenziale sul progetto educativo.

 

A questo serve il piano genitoriale.

 

Quest’ultimo consisterà nella descrizione, obbligatoria, degli impegni dei minori relativi alla scuola, alle eventuali attività extrascolastiche, sportive, culturali e ricreative, alle frequentazioni parentali, amicali e ai luoghi abituali, alle vacanze normalmente godute.

 

Nel caso in cui non via accordo sul progetto educativo per i figli, può intervenire  il Giudice all’interno del procedimento formulando  una proposta che tenga conto di quelle contenute negli  allegati dalle  parti.

 

E’ fondamentale dunque preparare con cura il piano genitoriale in vista dell’allegazione al proprio atto introduttivo, non limitandosi ad elencare le attività dei figli, ma rendendo conto di un progetto educativo complessivo, ponderato ed elaborato con attenzione e responsabilità.

 

L’obiettivo dovrebbe essere quello  di mettere al centro i bisogni reali dei figli, di ridurre repentinamente le udienze, depennando passaggi superflui, velocizzando le tempistiche della giustizia civile.

 

Ovviamente quando un coniuge si oppone al divorzio richiesto dall’altro, il clima non può che essere molto teso.

E’ fondamentale in tal senso il ruolo degli avvocati che devono stemperare le criticità e lavorare in accordo puntando alla salvaguardia dei diritti dei minori ad una crescita sana nonostante la crisi genitoriale.

 

Quando si mette al mondo una creatura il suo interesse è preminente.

 

Esistono ex coniugi, ma non esisteranno mai ex genitori.

 

Avv. Giovanna Sica

 

 

 

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